Costretti a rimanere fermi.
Un momento di staticità che per molti di noi si è rivelato un periodo di profonda riflessione, ci ha svestiti dai nostri ruoli sociali e messo in contatto con il nostro io più profondo.
Ci siamo scoperti, riscoperti, amati ed odiati, sentiti soli ed allo stesso tempo appagati dalla nostra stessa compagnia; re e regine della nostra casa.
Io stessa mi sono ritrovata sovrana di quattro mura di solitudine e di specchi, che non facevano altro che ricordarmi quanto profondamente odiassi il mio corpo, del quale però non mi sono mai vergognata, quanto disamore provassi per la persona che sono stata, ma senza mai portarmi rancore… alla fine dopo 40 anni e 40 giorni di solitudine, mi sono arresa pacificamente alla mia natura.
…Perdonarsi, per essere liberi.